Premetto che la situazione sta sfuggendo di mano: questo 2023 mi sta inondando di emozioni, ma soprattutto tanta adrenalina!
La parola d’ordine è sicuramente Musica, la chiave di volta di questa straordinaria estate!
Laddove lamento rende, nell’epoca delle canzoni effetto “mordi e fuggi”, minimo sforzo-massima resa(specie quando si gioca facile)!, incastrando sonorità e rivisitando testi (altrimenti il copia e incolla è immediato), mutando seppur squallidamente grandi hit 80/90 e trasformandole in beceri brani di bassa fruizione, sbucano loro, eterni ragazzi che dagli anni ‘80 fanno vibrare il cuore di generazioni di seguaci e appassionati( coinvolgendo soprattutto nuove leve): signore e signori i Depeche Mode sono tornati!
In una Roma rovente, all’interno dello Stadio Olimpico, circa 50.000 fan e fruitori
di un sound senza tempo, si sono dati appuntamento per godere di musica pura, quella che ti entra nelle viscere e che ti fa sentire in paradiso. La band di Dave Gahan e Martin Gore per quasi due ore, con più di 22 brani in scaletta hanno letteralmente stravolto il pubblico, in un sali e scendi musicale, incastrando giochi di luci nella gigantesca e scenografica lettera M (che richiama le scritte dell’ultimo album Memento Mori) sovrapposta al gigantesco schermo che faceva da sfondo al palco, altri due erano invece posti lateralmente.
Sempre fedeli al loro stile, un synth-pop che farebbe accapponare la pelle anche a un neofita che muove i suoi primi passi nella musica, sessant’anni e avere disinvoltura e padronanza del palco, volteggiando da una parte all’altra (e lasciatemelo dire, superando Mick Jagger), Dave Gahan ha infiammato la serata.
Dave e Martin passano il tempo a evocare lo spirito di Andy, “Memento Mori” - ricordati che devi morire - sembra essere un tragica casualità, su World in my eyes l'omaggio - atteso, dovuto, ma non per questo meno commovente - al compagno morto a maggio del 2022. "Un applauso per mister Andy Fletcher", ha invocato alla fine il cantante, accontentato dal pubblico. Ma Memento Mori è anche e soprattutto una riflessione in musica su come cogliere l'attimo per trarre il massimo dalla vita, a godere di ogni momento. Un invito che gli stessi Gahan e Gore sembrano aver fatto proprio, riscoprendo il loro rapporto, professionale e umano (un abbraccio su Waiting for the night sembra lasciare indietro anni di distanze e allontanamenti).
Sul finale la vita sembra riprendere la meglio sulla morte con la vivace Just Can't Get Enough e la teatralità esuberante di Gahan, sempre elegantemente sfrontato nei suoi gilet che gli lasciano le braccia nude. Perché nel bel mezzo della morte, è la vita a esplodere. E lo fa con il techno-blues di Personal Jesus.
Sul palco, a sostenere l’energico duo ci sono il batterista Christian Eigner e il polistrumentista Peter Gordeno, in tour con la band dalla fine degli anni Novanta.
Grazie ai Depeche Mode, e grazie ai miei amici di viaggio/concerti, perchè la musica ha questo grande potere: quello di unire le persone e rendere momenti memorsabili in ricordi indelebili!!!
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