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  • Immagine del redattoreAmanda Benini

Porto Rubino - Quinta edizione del Festival del mare e della musica

Sul caicco "Marasciulo" è salpata la prima tappa della V edizione di Porto Rubino, con il suo ideatore e capitano Renzo Rubino, che mai frase più vera poteva cogliere per inaugurare questa prima serata “il mare che toglie ma dà anche…tanto amore…”


Nell’incantevole porto di Brindisi la ciurma è salpata verso mondi sonori che ci hanno condotto in una dimensione inconsueta, con amore incondizionato.


La prima artista a esibirsi è stata Azzurra in arte “Nebüla” , salentina, poliedrica e polistrumentista, con un coarcevo di sonorità. Ha traghettato gli ascoltatori nel suo mondo, lasciando aperta la sua porta e accogliendoci nel suo “io” più profondo. La bellezza dell’indie, l’indipendenza e la forza di un’artista che nei tre brani interpretati ha lasciato il segno, fuori da ogni schema convenzionale, unica, varcando da una sonorità all’altra con disinvoltura e grande padronanza del palco. Il “diverso” , anzi originalità, che tanto fa bene a noi schiavi della routine e ormai affranti dagli stessi schemi musicali che il mondo ci propina.


Nebüla ha condotto il caicco in mare aperto , il mare della musica , per poi passare le redini al capitano Renzo Rubino e alla sua band “La Risacca” suonando “Porto Rubino”: inutile raccontarvi l’emozione nell’ascoltare dal vivo tale magnificenza. Il mare, il caicco, le luci, la gente, alchimia…Renzo e il suo Porto Rubino sono un mondo parallelo, per entrarci bisogna purificarsi da ogni tabù e abitudine.


La serata è proseguita con l’irriverente e “gasatissimo” Eugenio Cesaro voce e fondatore degli “Eugenio in via di gioia” band nata a Torino nel 2012. Con la sua straordinaria simpatia e accompagnato da sola chitarra, Eugenio ha interagito con il pubblico soffermando su temi attuali: noi generazione di nostalgici aggrappati al passato mentre i bambini sono il nostro futuro, ed è li che bisogna guardare, scrollandoci di dosso tutto ciò che apparteneva a “ieri.” Chiude la sua esibizione con “altrove” un brano che parla di tutte le autoflagellazioni quotidiane derivanti dai pensieri legati al volere una vita perfetta ed al desiderio di essere più brillanti e migliori degli altri: ciò "uccide" la mente, che invece è bene che si "perda" altrove e si goda tutto ciò che la vita propone.

Omar Pedrini ha dirottato la ciurma nel suo sound pop rock, prima ripercorrendo alcuni successi dei Timoria e poi promovendo il suo nuovo singolo “Diluvio universale” un brano che vuole sensibilizzare contro i cambiamenti climatici.


Il viaggio è stato un continuo movimento fino all’arrivo di Mahmood ed è con lui che Porto Rubino si è lasciato andare al mare aperto: una scoperta, non direi, piuttosto una conferma! Mahmood si è rivelato un artista talentuoso, innovativo e ricercato. La sua musica dalle influenze marocchine mischiate al pop, hip hop, trap, r&b ha incalzato a colpi di elettronica e ritmi arabeggianti, voci campionate che paiono ci racconta le sensazioni più intime, i ricordi più sinceri e veri di Mahmood, avendo cura delle sue origini, figlio di madre sarda e padre egiziano.


E’ difficile mettere nero su bianco sensazioni, emozioni e tanta bellezza. Porto Rubino è un invito a uscire dall’uscio della quotidianità e mettersi a contatto con artisti che seguono rotte indipendenti, che invitano ad un ascolto più intimo e introverso, aprendo le porte del loro mondo interiore e condividendo storie di vita.

Grazie Renzo, grazie per averci donato tanto amore, e per ricordarci che ci sono talenti nascosti che meritano di essere ascoltati!


Porto Rubino continua…






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